CommonGrounds per il Non Profit
IL DATA BASE DEI SOSTENITORI - L’obiettivo principale di ogni organizzazione non profit è quello di riuscire a tenere alto il livello di fidelizzazione dei propri sostenitori e di farli salire di livello nella piramide dei donatori. Soprattutto quando le liste prospect continuano, nonostante gli sforzi, ad offrire risultati molto scadenti sia come redemption che valore medio.
Certamente si sta attraversando un periodo molto difficile, economicamente e socialmente, per cui anche le organizzazioni non profit devono avviare una riflessione approfondita di dove e come sia possibile preservare maggiori risorse finanziarie per la “mission” associativa.
Dove e come investire le poche risorse che si hanno oggi a disposizione? Come convincere gli Organi Direttivi che quella prospettata è la decisione migliore? Si investe tutto sul “face to face” e, quindi, sulla donazione regolare oppure sul digitale che costa molto meno? Si decide di inondare di messaggi e richieste di aiuto tutti gli indirizzi email che si hanno a disposizione, tanto prima o poi qualcuno risponderà …?
Noi crediamo che nei momenti difficili, prima di collocare nel budget dell’anno tutti gli investimenti a disposizione, si debba indagare meglio su tutte le informazioni che si hanno in casa.
Suggeriamo di compiere ogni sforzo per conoscere meglio i sostenitori attivi e non solo questi ultimi. Di quanti conosciamo l’età, la professione, il numero di telefono, la email … giusto per indicare alcune delle voci che potrebbero fare la differenza nella conoscenza del sostenitore attivo, dormiente o perso.
Un primo passo per migliorare i conti a fine anno è quello di migliorare l’efficienza (il ROI) cercando di destinare per ogni cluster di sostenitori attivi il “giusto messaggio”. La semplice riduzione del numero di messaggi da inviare, vuol dire, in estrema sintesi, diminuire gli oneri e migliorare l’efficienza. Meno carta consumata inutilmente produrrà un risparmio che potrebbe essere impiegato sul digitale o destinato ad un progetto che corrisponde meglio alla mission organizzativa.
Tutto questo si può ottenere con una migliore classificazione del data base, confrontandolo anche con il contenuto del messaggio, la risposta o meno del sostenitore, la profilazione del cluster socio-demografico di appartenenza (dati censimento ISTAT sulla popolazione italiana), la conoscenza del decile di appartenenza dal punto di vista reddituale (dati annuali della Banca d’Italia).
Ma la stessa attenzione va posta anche a quei sostenitori che non sono più attivi, che risultano dormienti se non addirittura persi.
Chi sono, a quale classe socio-demografica appartengono? Vivono nelle grandi città o nei centri medio grandi e a quale classe di reddito appartengono? In passato erano stati sostenitori occasionali oppure erano molto fedeli e poi, per ragioni tutte da scoprire, hanno deciso di tagliare la loro quota di denaro all’associazione? Quanti sostenitori, un tempo molto fedeli, non condividono più le modalità con cui l’associazione comunica?
Utilizzando Geofocus, possiamo realizzare analisi regressive e arricchimenti informativi da banche dati pubbliche che possono permettere una classificazione di ciascun sostenitore presente nel data base.
Tutti i sostenitori che hanno consolidato uno stesso comportamento verso l’associazione e che appartengono a classi socio demografiche e di reddito assimilabili, potranno ricevere una medesima comunicazione, certamente più aderente alle loro aspettative, generando nel contempo, una redemption più alta e quindi un valore del ROI molto più interessante.
Una maggiore classificazione del sostenitore permetterà una personalizzazione più evidente del messaggio, ridurrà i costi per carta, stampa e laserizzazione, farà crescere la fedeltà del sostenitore alla causa.